Chi ha provato a fotografare almeno una volta gli oggetti celesti non ha potuto evitare di imbattersi in diverse problematiche. Problematiche che con molta probabilità hanno portato a delusioni sui risultati ottenuti. Con un po’ di pratica e con una breve ricerca, l’astrofotografo viene presto a conoscenza che per poter fotografare gli astri occorre prendere alcune “precauzioni”. Non basta infatti possedere una buona macchina fotografica e un telescopio, ma nella maggior parte dei casi occorre avere a disposizione una serie di strumenti che permettono di far fronte ai problemi del caso. Tra questi, due sono di particolare rilevanza: la scarsa luminosità degli oggetti fotografati e il movimento apparente della volte celeste.
Per risolvere queste problematiche occorre avere a disposizione una strumentazione costituita da diverse parti, tra cui una montatura adeguata sulla quale assicurare il telescopio. Questo tipo di montatura ha la capacità di riprodurre il moto della volta celesta e per tanto permette di poter fare fotografie agli oggetti celesti anche con tempi di esposizione di diversi minuti.
Il problema di questo tipo di strumentazione? per poter fare il suo dovere ha bisogno di una serie di calibrazioni, tra cui l’allineamento al polo nord della montatura, la triangolazione del software di bordo per impostare le coordinate celesti degli oggetti astrali, la messa a fuoco delle camere di acquisizione delle immagini e la calibrazione del sistema di guida. Tutti questi passaggi sono necessari per poter ottenere dei buoni risultati e richiedono parecchio tempo per poter essere eseguiti. Questo fa si che nel caso non si disponga di una postazione fissa dove tenere installato il telescopio, la procedura di calibrazione descritta deve essere ripetuta ogni qualvolta si avvia una sessione fotografica, con la perdita di preziose ore di buio.
A novembre 2015, dopo diversi studi compiuti sulla fattibilità del progetto, siamo riusciti a installare presso casa di uno dei soci del G.A.G. un piccolo osservatorio astronomico. In tale struttura è stata installata la strumentazione del GAG per la fotografia del profondo cielo (per approfondimento si veda il seguente link: Strumentazione profondo cielo)
Di seguito alcune fotografie dell’osservatorio appena ultimato e a seguito dell’installazione al suo interno della strumentazione per il profondo cielo.
Il vantaggio di una postazione fissa è dunque quello di non dover ogni volta ripetere le fasi di calibrazione della strumentazione. In questo modo quando il cielo lo permette, i soci del G.A.G. si ritrovano all’osservatorio e conducono delle serate di astrofotografia durante le quali vengono registrati file che successivamente vengono studiati insieme presso gli incontri che si tengono in sede una volta a settimana.
Il primo oggetto che è stato ripreso poche notti or sono, sono state due galassie del gruppo di M81, nella costellazione dell’orsa maggiore. Non si tratta di una fotografia completa, in quanto durante la nottata il gruppo si è dedicato a ultimare alcune fasi di calibrazione e a sperimentare alcune tecniche di ripresa. Si può quindi dire che la foto che segue è una test fotografico, la prima foto astronomica di una serie di foto che ci auguriamo possa essere molto numerosa.
La fotografia è il risultato della media di 3 fotogrammi da 300 secondi di esposizione ciascuno. I file sono stati calibrati con la sottrazione di dark da 300 secondi e la normalizzazione con file flat. Sull’immagine calibrata sono stati eseguiti due passaggi di stretching lineare e logaritmico e successivamente una elaborazione cosmetica per togliere un fastidioso gradiente di fondo dovuto all’inquinamento luminoso cittadino.
Gli oggetti nella foto sono la galassia M82 o galassia “sigaro” in alto a destra. In centro è ben visibile la galassia M81 o galassia di “Bode” dal nome di Johann Elert Bode che per primo la osservò nel 1774. Sulla sinistra, si intravede una piccola stella dall’aspetto leggermente sfumato e poco luminoso, trattasi della galassia NGC 3077.